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IL MITO DI

DEMETRA e PERSEFONE

 

 

 

 

 

LA PRIMAVERA? È NATA AD HIPPONION.


La dea Demetra era particolarmente amata dagli uomini. Proteggeva il lavoro dei campi, faceva maturare i frutti e biondeggiare il grano, ricopriva la terra di fiori e di erbe.
Ella aveva una figlia, Persefone, una fanciulla bruna e soave, sempre sorridente, con due grandi occhi fiduciosi e profondi. In un mattino sereno in cui il sole illuminava ogni cosa Proserpina, in compagnia di altre ninfe, si divertiva a correre sui prati ricoperti di erba rugiadosa e di fiori multicolori del lido di Hipponion. Le splendide creature ridevano, scherzavano, gareggiavano nel raccogliere rose, giacinti, viole per fame ghirlande e adornarsi le vesti.
Ad un tratto avvenne un fatto prodigioso, un terribile boato lacerò l'aria. La terra si spaccò e dal baratro balzò fuori, su un cocchio d'oro trainato da quattro cavalli nerissimi, un dio bello e vigoroso ma dallo sguardo triste. Con le sue braccia possenti afferrò Proserpina e la trascinò con sé incitando i cavalli a correre velocemente. Era Ade il dio delle tenebre che, preso dalla bellezza di Proserpina, si era innamorato perdutamente di lei. Persefone, prima di entrare nel grembo della terra, rivolse alla madre un'ultima e disperata invocazione. Il suo grido fu così forte che montagne, boschi e prati fecero eco alla sua voce. Demetra l'udì dall'Olimpo. Sconvolta dall'ansia, scese volando in terra. Cercò ovunque l'adorata figlia. Quando ogni ricerca risultò vana la dea, in preda alla più folle angoscia, interrogò il sole. - Dimmi la verità - implorò - tu, che dal cielo tutto illumini, dimmi chi l'ha rapita e in quale luogo la vedesti. 
Il sole ebbe pietà di lei e volle rassicurarla: - È stato Ade, il dio delle tenebre, a rapire la tua diletta figlia per farla sua sposa. Ora Proserpina è laggiù e con il suo sorriso rallegra quel tristissimo luogo. Demetra, sempre più disperata, si allontanò dall'Olimpo e si rifugiò dimenticandosi della terra che aspettava la sua protezione. Così a poco a poco i frutti marcirono, le spighe seccarono, i fiori e i prati ingiallirono e infine la terra divenne brulla e riarsa.
Allora Zeus ebbe compassione degli uomini, mandò  Mercurio dal re degli inferi affinché lo persuadesse a rendere la fanciulla alla madre. Egli non osò disubbidire al volere di Zeus, ma meditò in cuor suo di non restituire Persefone per sempre. Esortò la fanciulla a salire sul carro che doveva ricondurla sulla terra. Prima che ella si allontanasse però le offrì alcuni chicchi di melograno. Ella li accettò, ignorando che per un'antica legge divina i rossi chicchi di quel frutto l'avrebbero per sempre legata agli inferi.
Insieme a Mercurio la fanciulla ritornò nel mondo della luce e si recò da Demetra. Al solo vederla la dea si trasfigurò in volto, corse incontro alla figlia, l'abbracciò teneramente. Si consolarono a vicenda, parlando a lungo tra loro. Demetra comprese che il legame tra la sua amata figlia e Ade era ormai indissolubile e perciò chiese a Zeus di poterla avere con sé almeno per una parte dell'anno. Il dio dell'Olimpo acconsentì, così Demetra ritornò finalmente fra gli dei e la natura si risvegliò. 
Da quel giorno, ogni volta che Persefone torna nel mondo, i prati si coprono di fiori, i frutti cominciano a maturare sugli alberi e il grano germoglia nei campi. 
È la stagione della Primavera.

 

 

 

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