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Scolacium


Il nucleo originario di Borgia sarebbe da collocare nel territorio dello stesso comune, che viene denominato località Roccelletta e sarebbe da collegare con la presenza nel sito della greca Skilletion e della successiva romana Scolacium.

Recenti studi hanno però avanzato una nuova ipotesi secondo la quale, le origini di Borgia sono da individuare in un tempo storico antecedente alla fondazione delle suddette città greca e romana.

I Greci sbarcando nel VII-VI sec. a.C. sulla costa jonica trovarono una popolazione dedita all’allevamento e alla pastorizia. All’arrivo dei Greci, nel Golfo di Squillace, esistevano dei nuclei residenti sulla precollina e collina in quel sito che prenderà il nome di Palagorio. Si ritiene che il termine Palagorio non esistesse in origine, ma venisse attribuito al villaggio più importante. H.orio di Palagorio di Borgia è da rapportare con H.orio, col il significato di “terre - villaggio”, che i Greci attribuivano ai villaggi indigeni esistenti nel sito di Borgia, aggiungendovi appunto “Pala” per definirli antichi rispetto alla loro venuta. Il villaggio, inizialmente, era organizzato sulle pendenze della collinetta ancora oggi detta “h.orio”, che si trova al km 5 della SS. 384 per Borgia. Il villaggio nel tempo si potenziò estendendosi e assorbendo le poche capanne che si erano localizzate intorno lapiazza detta Meghale, pur mantenendo le dizioni originarie, rintracciabili nel rogito di conferma del 1602 del Costituito Casal di Borgia.

L’abbandono della città romana di Scolacium avvenuto tra il VII e l’VIII sec. d.C., probabilmente, fece confluire nel villaggio di Palagorio parte della popolazione che cercava rifugio nell’entroterra, dalle incursioni dei Musulmani e dal diffondersi della malaria.

Oggi non abbiamo tracce di Palagorio antico, ciò è dovuto al basso livello culturale degli abitanti, che condussero una vita primitiva, su cui poi prevalse la colonizzazione romana. Dell’insediamento stesso non si sono conservate tracce, questo è dovuto al fatto che le abitazioni erano probabilmente costruite in legno; solo un recente scavo fatto nell’area per l’impianto di un uliveto, ha riportato alla luce resti di sepolture che non sono state, purtroppo, localizzate con precisione. Il fattore principale della completa scomparsa del villaggio è quasi sicuramente attribuibile al fatto che per la seconda volta, il 21 gennaio del 1604, Palagorio fu assalita dai barbareschi (forse chiamati dallo stesso Principe G. B. Borgia, vista la cocciutaggine degli abitanti di non voler lasciare il vecchio borgo, per trasferirsi nel nuovo centro del Casal Di Borgia). Il borgo venne messo “a sacco e a fuoco” e si costituì un tribunale in piazza, che pronunciò condanne a morte per gli abitanti. Vennero perfino straziati dei bambini. Borgia sorse per concessione di Giovan Battista Borgia, Principe di Squillace, nel1547. Palagorio, tuttavia, aveva già nel 1547 una sua struttura socio-economica-territoriale ben definita. Nel 1518 il borgo venne, una prima volta, quasi completamente distrutto da un’incursione turchesca, che incise profondamente nella struttura del borgo, tanto da farla porre tra le cause che spinsero il Principe G. B. Borgia a concedere una nuova località per la ricostruzione del paese.

 

 

Parco archeologico "SCOLACIUM"

Immerso tra gli ulivi secolari, sorge dal 1982 il "Parco Archeologico Scolacium", vasta area di notevolissimo interesse che ha restituito alla storia le vestigia della romana Scolacium sorta sulla greca Skylletion. Secondo la leggenda fu fondata dall'eroe ateniese Menesteo di ritorno dalla guerra di Troia, o addirittura da Ulisse naufrago su quei lidi. Molto più probabilmente, Skilletion fu fondata come subcolonia di Kroton per controllare l'istmo sui due mari. Nata come presidio militare ai danni della vicina Locri, fu centro di traffico commerciale sulla via dell'istmo attraverso i fiumi Amato e Corace. Passata nel IV secolo a.C. sotto il dominio dei Britti, la città alla fine del III secolo a.C. decadde. Nel 123-122 a.C., il senato di Roma, per opera di Caio Gracco, decise di fondare la Colonia di Minervia Scolacium. Il territorio della colonia non si limitava alla piana della Roccelletta, ma doveva estendersi alle zone pianeggianti lungo il Corace verso le attuali Borgia, Catanzaro Lido e Copanello. Passata sottoSpartaco nel 72 a.C., dopo una ripresa monumentale in età Giulio-Claudia, nel 96-98 d.C. venne fondata una nuova colonia ad opera dell'imperatore Nerva col nome di Colonia Minerva Nervia Augusta Scolacium e la città si ampliò con la costruzione dell'anfiteatro, la nuova scena del teatro e la costruzione delle terme. Si ripavimentarono strade, sorsero altri mausolei e venne creata una rete di acquedotti. La colonia ritrovò così una seconda prosperità basata soprattutto sui commerci con l'Africa e sullo sfruttamento agricolo della zona. Superata la crisi del III sec. d.C. Scolacium dopo avere raggiunto nuova prosperità attraverso i commerci con altre zone dell'impero (ad es. Asia Minore) si avviò verso il declino con la guerra greco-gotica nel VI secolo che ne segnò il momento iniziale di una profonda e irreversibile decadenza, preludio del completo abbandono avvenuto nel VII-VIII secolo.La popolazione, allora, scelse le alture circostanti per meglio difendersi dalle scorrerie che provenivano dal mare. Nel 903 la nuova Squillace venne conquistata dai Saraceni che la utilizzarono come base per le attività militari musulmane nella zona fino alla metà del secolo. Fu roccaforte bizantina e nel XI sec. passò ai Normanni.

 

 

Necropoli

A Scolacium, come in tutte le città antiche, i morti erano seppelliti al di fuori della città; finora sono state individuate tre aree sepolcrali: la prima lungo la statale jonica 106, l’ altra lungo la strada per Borgia e la terza sulla collina alle spalle del teatro. Il monumento funebre, come la realizzazione di opere pubbliche, era un mezzo con cui le famiglie benestanti della città manifestavano la propria ricchezza e posizione sociale. I monumenti più importanti erano quelli posti in prima fila lungo le vie principali di accesso alla città. Essi accoglievano non soltanto le ceneri dei membri della famiglia, ma anche quelle dei loro schiavi e liberti (ex schiavi liberati).Il resto della popolazione seppelliva i propri morti in fosse coperte da tegole o ne raccoglieva le ceneri in colombari realizzati da associazioni funerarie di mestiere o religiose.a cronologia delle necropoli di Scolacium (solo in parte scavate) dal I sec. a.C. giunge fino a tutto il III sec. d. C. Le tombe monumentali sono però databili soprattutto alla fine del I sec. d.C.in n momento di prosperità connesso alla rifondazione della città ad opera dell’imperatore Nerva. Esse sono di tre tipi:a corpo cilindrico a camera a tempioQuest’ultimo ha ambienti destinati ad accogliere i partecipanti ai banchetti funebri in onore dei defunti.

 

 

Terme del Vescovo

L’unico complesso termale indagato (I-II sec. d.C.) è quello posto nelle vicinanze dell’oratorio di Santa Maria della Roccella, in proprietà privata, purtroppo in pessimo stato di conservazione. I lavori agricoli hanno distrutto la parte alta della costruzione. Appaiono con chiarezza solo gli impianti in origine più bassi: i praefurnia ed il fondo delle vasche. Una vasca (B ) è stata individuata nella zona non riscaldata. Nei praefurnia, che si distribuivano lungo il perimetro dell’edificio, era bruciato carbone di legna che alimentava un flusso d’aria calda fatto scorrere in un’intercapedine sotto il pavimento dei vani da riscaldare (ipocausto), sorretto da colonnine di mattoni (le suspensurae).Lo sfiato avveniva attraverso un’intercapedine posta tutt’attorno alle pareti, realizzata con mattoni cavi incastrati l’uno nell’altro. Alcuni si aprivano verso l’alto, al vertice dei muri, realizzando il necessario tiraggio.

 

L'anfiteatro

L’anfiteatro di Scolacium, di considerevoli dimensioni, è l’unico finora attestato in Calabria ed uno dei pochi dell’Italia meridionale. Generalmente questi edifici, destinati ai giochi gladiatori ed alle venationes (cacce), erano situati alla periferia o al di fuori dell’abitato, per evidenti motivi di sicurezza e d’ordine pubblico. L’anfiteatro di Scolacium, ancora non scavato, è situato in una piccola valle a sud del teatro. Sembra probabile che per la costruzione della parte occidentale dell’edificio si sia sfruttato il pendio naturale della collina, imbrigliato mediante muraglioni radiali e concentrici. La parte orientale, invece, l’unica attualmente visibile, fu costruita in elevato.

Essa mostra un prospetto architettonico in laterizio a più ordini d’arcate sovrapposte, inquadrate da lesene.
Per la tecnica di costruzione analoga a quella del restauro del teatro, l’anfiteatro può essere datato alla prima metà del II sec. d.C.

 

 

 

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