L’ultima lettera di Murat alla famiglia:
“Mia cara Carolina, l'ora fatale è arrivata, vado a morire dell'ultimo dei supplizi; : fra un'ora non avrai più marito, e i nostri ragazzi non avranno più padre; ricordatevi di me e non dimenticate mai la mia memoria. Muoio innocente, e la vita mi è tolta da una sentenza ingiusta. Addio mio Achille, addio mia Letizia, addio mio Luciano, addio mia Luisa. Mostratevi degni di me; vi lascio in una terra ed in un regno pieni di miei nemici; mostratevi superiori alle avversità, e ricordatevi di non credervi più di quel che siete, sognando ciò che siete stati. Addio, vi benedico, non maledite mai la mia memoria; ricordatevi che il più grande dolore che provo nel mio supplizio è quello di morire lontano dai miei ragazzi, lontano da mia moglie, e di non avere alcun amico per chiudermi gli occhi. Addio, mia Carolina, addio miei ragazzi; ricevete la mia paterna benedizione, le mie tenere lacrime e i miei ultimi baci. Addio, addio, non dimenticate affatto il vostro infelice genitore”.
Pizzo, questo 13 ottobre 1815. Gioacchino Murat
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