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Federico di Hohenstaufen

 

 

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"Cecidit sol mundi qui lucebat in gentibus" (è caduto il sole dell’ universo che riluceva in mezzo alle genti) con questa frase Manfredi comunica al fratellastro Corrado la scomparsa del padre Federico II, imperatore dei Romani, re di Sicilia, duca di Puglia, re di Gerusalemme.
Era il 13 Dicembre 1250, giorno della festa di Santa Lucia, Santa della luce, ma per Lo Stupor Mundi è il giorno delle tenebre; per molti sembrava che questo giorno non doveva venire mai, ma l’Imperatore aveva preparato già da tempo la sua tomba: un sarcofago di porfido rosso fatto venire a Palermo da Cefalù dove l’aveva trovato vuoto.
Federico II, morto in Puglia, in vita dispone nel suo testamento che dovesse essere sepolto all’ interno della Cattedrale di Palermo dove andavano tumulate anche le salme dell’ Imperatore Enrico VI (suo padre), il figlio di Federico I il Barbarossa e quella della mamma, l’ imperatrice Costanza d’ Altavilla, figlia di Ruggero II il Normanno (Re di Sicilia, Puglia e Calabria dal 1130 al 1154) figlio ed erede di Ruggero I d’ Altavilla, il Gran Conte, che è sepolto in un sarcofago alle spalle del nipote Federico II.
La sua morte inoltre fu leggendaria così come tutta la sua vita, Federico II fu piegato probabilmente da un’infezione intestinale trascurata per lungo tempo anche se in molti sostengono la tesi dell’ avvelenamento visto i numerosi nemici sia tra il Papato che tra i Feudatari.
Allo stesso Federico era stata predetta, dal suo astrologo di corte, Michele Scoto, una morte “sub fiore”. Per questo motivo non aveva mai voluto recarsi né entrare nella città di Firenze. Ma quando la malattia si fece più grave e le forze lo abbandonarono durante un viaggio di trasferimento in territorio pugliese, la sua corte viaggiante non potè fare a meno di fermarsi nella località più vicina, ovvero la “domus” di Fiorentino (l’odierna Torremaggiore). Quando Federico II fu informato del nome della località in cui si trovava, pare che il suo spirito vitale si acquietò, e, conscio dell’avverarsi della profezia, accettò con rassegnazione la fine imminente e volle indossare il saio cistercense dettando le sue ultime volontà.
Altra voce leggendaria che circonda la Morte dell’Imperatore è quella che vuole il figlio prediletto Manfredi nelle vesti di carnefice, si pensa infatti che lo stesso abbia soffocato il padre con un cuscino mettendo fine all’agonia.

E' un personaggio, per tanti versi ambiguo, su cui gli storici, dopo tanti secoli, emettono ancora giudizi contrastanti.

Un uomo potente, amante dell’arte, del diritto, della cultura.

Trascorse un’esistenza tra lotte infinite, ma fu in grado di organizzare in modo esemplare il suo regno nel Sud della penisola: un vasto territorio che dall’attuale Abruzzo si estendeva sino alla Sicilia.


A queste terre era profondamente legato. Soleva, dire, infatti, che: “chi mise davanti agli”occhi degli ebrei la terra promessa, non aveva visto Sicilia e Calabria e Campania e Puglia.

 

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